Malattia diverticolare del colon

Che cos’è la diverticolite (malattia diverticolare del colon)

Tipica soprattutto delle zone industrializzate, la diverticolite o la malattia diverticolare del colon può essere definita come una patologia del benessere poiché deriva da una dieta ricca di zuccheri e grassi, povera di fibre e acqua.

La diverticolosi del colon tecnicamente è un'anomalia congenita o acquisita: diventa diverticolite (malattia diverticolare del colon), quindi malattia, con l’infiammazione dei diverticoli, piccoli estroflessioni della parete del colon, che sono presenti dalla nascita o che si formano sulle pareti intestinali, in particolare nel colon. I diverticoli possono essere presenti in tutto il colon ma la sede dove si concentrano maggiormente e soprattutto dove danno i maggiori sintomi è il sigma (breve tratto del colon sinistro).

I diverticoli sono presenti nel 40 per cento di uomini e donne – anche se queste ultime hanno due volte in più la probabilità di svilupparli rispetto ai primi - tra i 40 ed i 55 anni: percentuale che supera il 60 per cento tra gli ultra settantenni. A causa del peggioramento continuo dei regimi alimentari tra gli under 30, la percentuale di insorgenza è destinata a crescere anche tra i soggetti più giovani. Tanto più anticipatamente compaiono i segni della malattia, tanto maggiore è il rischio di complicanze.

Sintomi della Diverticolite

Appena il 20 per cento dei soggetti in cui sono presenti i diverticoli manifesta sintomi e solo il 10 per cento sviluppa la malattia diverticolare o diverticolite. Queste percentuali, tuttavia, sono solo apparentemente modeste: data l’importante incidenza, il numero delle persone interessate è a sei cifre.
Tra i numerosi sintomi della diverticolite si può annoverare: la sensazione di fastidio e dolore addominale, meteorismo e flatulenza, crampi addominali, dolori addominali spesso localizzati a sinistra, alterazioni dell'alvo con alternanza tra stitichezza e diarrea, febbre e, nel 3-5 per cento dei casi, sanguinamento intestinale.
È possibile che uno o più diverticoli infiammati si perforino e che fuoriescano dei residui fecali nell'addome: la peritonite, cioè l’infiammazione della membrana (peritoneo) che riveste la cavità addominale, è quindi la complicanza più grave della diverticolite.
Anche altre posso essere le complicanze della malattia diverticolare: ad esempio la stenosi di un tratto del colon (soprattutto il sigma) dovuta alla cicatrizzazione esuberante dell’area che è andata incontro all’infiammazione (diverticolite); la conseguenza è che le feci e i gas faranno fatica a transitare attraverso quel tratto di colon (stipsi ostinata) fino a giungere al quadro acuto dell’occlusione intestinale.
Infine, anche se rara, vi è anche, tra le complicanze severe di questa malattia, il sanguinamento che origina da un diverticolo infiammato e che porta al quadro di emorragia fino allo shock emorragico.

Esami diagnostici

In caso di diverticolite acuta, gli esami strumentali più adeguati sono la radiografia dell’addome in bianco, l’ecografia addominale e la TAC dell’addome con o senza mezzo di contrasto. Quando il quadro clinico acuto si è spento, e a congrua distanza di tempo, allora sono utili la Colonscopia oppure la Colonscopia virtuale (detta anche ColonTAC).
A seconda della gravità del quadro diverticolitico (con valutazione clinica e diagnostico-strumentale) i pazienti vengono inseriti in uno dei 4 stadi della classificazione di Hinchey e a seconda dello stadio viene proposta una terapia adeguata (farmacologica o chirurgica).

Terapia

Una dieta adeguata costituisce la base per un giusto trattamento della diverticolosi e della malattia diverticolare: cereali, legumi, verdure e ogni altro cibo ricco di fibre e scorie, riducono la pressione nel colon e favoriscono la formazione di un bolo fecale consistente con conseguente transito intestinale più efficace. L’uso di farmaci adeguati, poi, può dare sollievo al dolore e anche risolvere, nei casi meno gravi, il quadro di infiammazione acuta.
La diverticolite acuta richiede, invece, una più accurata gestione: antibiotici, dieta specifica e prodotti per ammorbidire le feci sono alla base della terapia. Il ricovero, con somministrazione di antibiotici per via endovenosa e alimentazione per via parenterale con sospensione della dieta per bocca, è consigliato nei casi più gravi.
Se gli attacchi si ripetono (più di due consecutivamente) oppure se il caso è particolarmente grave o complicato, è preferibile ricorrere al trattamento chirurgico.

L’intervento chirurgico

Nel caso la guarigione da diverticolite non arrivi per via farmacologica è necessario l'intervento chirurgico che prevede l’asportazione della parte di intestino colpita da diverticolite, responsabile essenzialmente del dolore e della difficoltà di defecare.
Si ricorre alla soluzione chirurgica quando si sono verificati due o più attacchi di infiammazione locale; quando la massa dolorabile persiste; quando vi è restringimento o deformazione del sigma alla radiografia o alla TAC (talvolta si può confondere una stenosi da malattia diverticolare con quella dovuta a tumore dell’intestino); quando vi è difficoltà a urinare . Inoltre, l’intervento chirurgico urgente è essenziale in caso di perforazione o peritonite generalizzata.
Dopo tre settimane dall’intervento si ha già, spesso, un recupero totale della funzionalità intestinale.

Interventi con tecnica robotica o laparoscopica

L'indicazione all'intervento laparoscopio o robotico è riservata alle forme di diverticolite acuta complicata; con la tecnica laparoscopica il tasso di conversione laparotomica è circa del 30 per cento; con la tecnica robotica la percentuale di conversione ( ioè tramutare l’intervento da robotico a tradizionale con apertura completa dell’addome) è ancora più bassa. I vantaggi della chirurgia mininvasiva sono le ridotte perdite ematiche, la ripresa più precoce dell'alimentazione, la riduzione della degenza.

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Cosa fare al domicilio dopo la dimissione a seguito di un intervento colorettale mini-invasivo di diverticolite (malattia diverticolare del colon)

A casa, al paziente può essere prescritta una terapia antibiotica a seconda del caso; egli dovrà comunque seguirne una antitrombotica per prevenire la stasi del sangue soprattutto nelle vene delle gambe. Sempre per prevenire eventuali coaguli, è bene muoversi e camminare, indossare calze elastiche per due o tre settimane, usare dell’eparina a basso peso molecolare a seconda della prescrizione. Sarà opportuno che il paziente segua una dieta che non provochi stitichezza. Infine, sarà necessario medicare le piccole ferite chirurgiche.
Per prevenire la diverticolite o velocizzarne la guarigione (nei casi in cui non si sia proceduto all’intervento chirurgico), è consigliabile, infine, non bere alcolici, caffè, tè e bevande gassate; bere estratti vegetali per stimolare la funzionalità intestinale; praticare sport; mangiare molte fibre e pochi di grassi.